Un lavoro di estetica dentale

Da ragazzina odiavo andare dal dottore. Da qualsiasi dottore e per qualsiasi ragione, avevo il terrore delle visite, sempre. Anche quando avevo la febbre ed il pediatra veniva a casa a visitarmi per darmi la medicina giusta che poi mi avrebbe fatto guarire… io reagivo con una paura insensata. Quando porto il mio gatto dal veterinario vedo me stessa riflessa in lei, lo spaesamento, la paura di chi non capisce perché sta succedendo quello che sta succedendo, la voglia di nascondersi e di tornare a casa quanto prima. Anche io ero così, nonostante io avessi la capacità di comunicare con i miei genitori e di capire che il medico mi visitava per farmi stare meglio. Il gatto non comprende la necessità di tale brutalità, io lo capivo perfettamente. Solo che non “volevo” capirlo. 

Da adulta questa mia paura è pian piano venuta meno, sono riuscita ad accettare che certe volte bisogna provare dolore per poi stare bene e sottoporsi a certi interventi che uno eviterebbe ben volentieri potendo, ma che sono necessari, unica via d’uscita dal malessere. E’ stata la mia esperienza con il dentista a farmi passare tutte le paure. Andare dal dentista è sempre stato il mio terrore più grande. Sentivo il rumore del trapano già nella sala d’aspetto, e una volta dentro mi sedevo di fronte a tutti quegli ordigni spaventosi, con la bocca spalancata ed il cuore che batteva a mille nella paura di sentirmi dire che il trapano sarebbe toccato anche a me. Invece, me la sono sempre cavata con nulla… fino ai vent’anni quanto, di mia scelta, ho iniziato una procedura di estetica dentale. Avevo un singolo dente, un incisivo che spuntava un po’ rispetto al resto dei denti dell’arcata superiore ed avevo deciso che mi ero stancata di vederlo sporgere ogni giorno. L’estetica dentale che avrei iniziato di lì a breve, l’apparecchio ortodontico fisso, implicava, però, l’eliminazione di ogni carie reale o potenziale perché una volta su non l’avrei più tolto per almeno un anno. Rimuovere le varie carie senza anestesia (non so perchè non ho mai chiesto di farmi anestetizzare, suppongo l’idea dell’ago nella gengiva mi spaventasse più del fastidioso dolore del trapano) mi ha fatto superare un po’ le mie paure, ma quello che mi ha liberato completamente dalla mia avversione ai medici è stata la rimozione dei tre denti del giudizio, necessaria per creare lo spazio sufficiente a far rientrare il mio incisivo. Tre volte sono tornata per rimuovere uno dei denti, ed è stato davvero doloroso, ma da quel momento ho smesso di farmi terrorizzare dai dottori ed ora ci vado anzi regolarmente, in modo preventivo di possibili problemi futuri.

Estetica dentale è poi andata a buon fine, ed ho tolto l’apparecchio dopo soli quindici mesi. Un lavoro che mi ha cambiato un pochino, mi ha fatto affrontare le mie paure. Sono riuscita a vincerle e di questo mi sento davvero fiera.